Uffici capo dello stato smentiscono e denunciano

Roma, 15 mar. (askanews) – I presidenti sudcoreani non hanno una tradizione positiva col soprannaturale. L’ultimo, rilevante caso è stato quello relativo al rapporto tra l’ex presidente Park Jeun-hye e la “sciamana” Choe Soon-sil, che ha portato entrambe ad assaggiare la galera. Ora tocca al nuovo capo dello stato Yoon Suk-yeol essere lambito da una vicenda che deborda nel mondo del mistero: i media sudcoreani sono in fibrillazione per il presunto ruolo che un indovino conosciuto come Cheongong avrebbe avuto nello spostamento degli uffici della presidenza all’inizio del suo mandato.

Oggi c’è stata una spettacolare evoluzione nella vicenda. La polizia metropolitana di Seoul ha perquisito degli uffici del Ministero della Difesa nel quartiere di Yongsan alla ricerca di una serie di prove – come per esempio le registrazioni degli accessi di veicoli – dell’eventuale passaggio dell’indovino in questi uffici.

L’azione della polizia viene in seguito a una serie di denunce presentate dall’ufficio di Yoon contro alcuni giornalisti, parlamentari e un ex portavoce del ministero della Difesa, che hanno parlato del coinvolgimento di Cheongong nel lavoro di preparazione al trasferimento della presidenza dalla Casa blu – residenza e sede degli uffici di tutti i precedenti capi dello stato – all’ex edificio del ministero della Difesa e alla ex residenza del capo di stato maggiore dell’esercito.

Yoon aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe trasferito la presidenza altrove. Quando, a marzo dello scorso anno, ha vinto le elezioni ha in effetti spostato ufficio e residenza dalla Cheong Wa Dae, la Casa blu, aprendola alle visite turistiche. Ufficio e residenza presidenziali sono stati spostati presso le strutture del ministero della Difesa a Yongsan, nel centro della capitale.

Recentemente però l’ex portavoce del ministero della Difesa Boo Seung-chan in un libro ha sostenuto che, nelle operazioni di definizione dello spostamento della sede presidenziale, è stato coinvolto l’indovino Cheongang. La notizia è circolata ampiamente sui media e la presidenza ha presentato una serie di denunce per diffamazione.

In Corea del Sud la divinazione, praticata da indovini definiti “saju”, è particolarmente diffusa. Si ritiene che nel paese operino circa 300mila indovini, a cui vanno aggiunti 150mila “mudang”, cioè “sciamani”, che praticano un ampio ventaglio di rituali: dalla chiaroveggenza, alla comunicazione con gli spiriti fino ad arrivare agli esorcismi. Secondo l’Economist, nel paese il giro d’affari degli indovini raggiunge i 3,7 miliardi di dollari all’anno.

L’articolo Sudcorea, media: indovino consultato per spostamento presidenza? proviene da Notiziario Flegreo.

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