POZZUOLI – Dopo il grande successo dell’esposizione del Centro Internazionale della Grafica di Venezia, Atelier Controsegno propone Puteolis: non solo terra e storia, un evento legato al territorio, ma non solo, al fine di evidenziare, in chiave strettamente contemporanea, la bellezza di un luogo in cui fuoco, vulcani, arte e tradizione, da millenni raccontano le vicende di eroi e gente comune che da sempre ha vissuto qui, o che ha colto lo spirito del posto, osservandolo con occhi diversi. Lungi dal voler essere una rievocazione del passato, di sbiadite cartoline nostalgiche, Puteolis è la “narrazione” variegata di dieci artisti, ognuno dei quali interpreta il tema secondo la propria sensibilità e tecnica. Si passa così dalle figure femminili che raffigurano la Sibilla Cumana, ai paesaggi che rappresentano l’Anfiteatro, la Piscina Mirabilis, il Tempio di Serapide o il Rione Terra, descritti in maniera più dettagliata o attraverso il richiamo di fantasie geometriche e dinamiche dai colori cangianti. Assolutamente attuali sono poi gli scenari che propongono rossi e aranci di dune immaginarie, che si districano nel percorso di un trittico in sequenza. Altri artisti hanno scelto invece di rendere episodi drammatici di Pozzuoli, come quelli legati allo sgombero forzato dal Rione Terra o la vita quotidiana, ancora oggi legata al mare, alle reti e ai pescatori. C’è chi poi ha scelto di evocare il luogo tramite i colori di acqua, terreno e cielo o degli elementi che la caratterizzano come il tufo e la pozzolana, infine, forti sono anche i richiami alle sue antichità e all’archeologia, che mostrano le pieghe del passato, per mezzo di ruderi o resti delle sculture di Baia. Se variegati sono i soggetti, altrettanto lo sono le modalità con cui in cui gli artisti hanno scelto di esprimersi, dalla pittura a olio o tecnica mista, con acrilici e gessetti, asfalto, solventi e cianotipia, a disegni a pastello, acquerello o china su carta o pistolegno, alla fotografia e persino la ceramica che mostra la bellezza delle tonalità brillanti o cangianti della tecnica raku, per chiudere poi con le pietre, le tegole e le mattonelle dipinte e smaltate a mano. Infine, pregevoli stampe a tiratura limitata sono visibili nei raccoglitori, così come sono presenti oggetti di fine artigianato nelle vetrine.

LA MOSTRA – Come già enunciato dal titolo, questa mostra non vuole raccontare la “solita” città e storia dell’area flegrea, ma proporre al pubblico una visione odierna, inedita e originale. Essa è dedicata a tutti i puteolani, ma non solo, che amano la loro terra e che in essa riconoscono, ovunque si trovino, le loro radici… un patrimonio culturale inestimabile, da non dimenticare e, soprattutto, da tramandare ai posteri. Completa la serata, Salvatore Brunetti: nato a Pozzuoli, dove attualmente risiede, è giornalista, dialettologo e saggista. Ha al suo attivo diversi libri tra cui: Scrivere il Dialetto Napoletano (2000), Dialetto Puteolano-Saggio storico grammaticale (2019), cui fa seguito il Vocabolario Puteolano-Italiano (2020) che, unitamente al predetto saggio, costituisce la dotazione essenziale affinché, il caratteristico idioma locale, possa essere definito un vero e proprio “Dialetto”. Per la serata, Brunetti allieta il pubblico con qualche estratto del suo “Vocabolario”. Questo testo, a confine tra il manuale tradizionale e il libro d’artista creativo, si pone, non solo come uno strumento di consultazione, prima inesistente, ma anche come un piacevole volume da sfogliare al tatto della carta stampata, valorizzato da filastrocche, proverbi, poesie napoletane sul bradisismo e immagini di una Pozzuoli antica (rivelata da cartoline d’epoca) e moderna (attraverso le fotografie inedite, dalle vedute spettacolari, scattate con il drone da Michele Albano).

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